Lo ammetto, non sono mai stata una brava
ragazza. Non sono il tipo di donna che presentereste a vostra madre, questo è
certo, ma nemmeno m’importerebbe. Mi piace vivere pericolosamente, rischiare
del rasoio, spingermi oltre i limiti, ma stavolta potrei aver osato troppo.
Sono la Gatta Nera e stanotte ho una prova
dura da affrontare e forse non sopravviverò.
#23
Artigli
(Parte Seconda)
Di Carlo Monni
(con tanti ringraziamenti e scuse
a Yuri
N. A. Lucia)
1.
Due uomini combattono davanti ai miei occhi. Entrambi vestono un attillato costume rosso il cui design richiama il diavolo, ma le loro similitudini finiscono qui. Si trovano ai lati opposti della sottile barriera che divide la giustizia dalla vendetta, la sanità dalla pazzia.
Ed io? Qual è il ruolo di Felicia Hardy in questo dramma, sarò una spettatrice o la prima attrice? È arrivato il momento di scoprirlo.
Ragno
Nero è in ginocchio, i muscoli paralizzati dalla scarica sparatagli da Alyosha
Kravinoff, figlio ed erede di Kraven il Cacciatore, e non può che guardare
impotente uno spuntone di lancia abbattersi su di lui, dolorosamente
consapevole che non riuscirà a riprendersi in tempo.
Ma…
un momento… perché il suo senso di ragno non pizzica? Anche se si è sviluppato
in maniera diversa da quello dei suoi fratelli genetici Peter e Ben[1]
perseguitandolo con dolorose premonizioni, da quando è stato guarito dalla sua
degenerazione cellulare ha ripreso a funzionare normalmente… a parte alcune
occasioni in cui le premonizioni lo assalgono senza preavviso. Perché quindi il
senso di ragno ha smesso di dare segnali? Come può essere cessato il pericolo
se lui non è morto? Aspetta… Kraven l’ha privato del senso di ragno con quel suo
“profumo della jungla”, non è vero? Ma forse il suo effetto è già finito. Non
ha sentito un debole pizzicore alla base del cranio proprio poco prima che la
lancia si abbattesse su di lui? Ora non sente nulla… nemmeno il dolore.
Lentamente,
dolorosamente, riesce a sollevare la testa e vede… lo spuntone di lancia
conficcato a terra, a pochi millimetri da lui e poi vede il volto del giovane
Kraven.
-Avevi ragione…- gli sta dicendo -… non ci sarebbe
onore nell’ucciderti mentre sei inerme. Ti basti sapere che avrei potuto farlo,
ma ho scelto di lasciarti in vita. Vivi perché io l’ho voluto, ricordalo d’ora
innanzi.-
Con
uno sforzo supremo Ragno Nero cerca di rimettersi in piedi su gambe malferme.
-Kraven…- riesce a dire con un filo di voce.
-Hai delle facoltà di recupero veramente
straordinarie.- commenta Kraven –Sei davvero un avversario degno.-
Ragno
Nero sente il pizzicore del suo senso di ragno e vede arrivare il pugno che lo
colpisce al plesso solare, ma non può far niente per evitarlo. Ricade a terra
con un grido strozzato mentre sente ancora la voce di Alyosha:
-Ti saluto Ragno Nero. La prossima volta che
ci vedremo sarà ad armi pari e non sarò così pietoso.-
-Brutto figlio di…-
Ragno
Nero tenta ancora una volta di rialzarsi ed ancora una volta fallisce. Forse,
pensa, dovrebbe smettere di combattere ed abbandonarsi al sonno, sì, forse
dovrebbe proprio farlo.
.Lo
chiamano Kuro Neko, il Gatto Nero, e fin da ragazzo è stato addestrato per un
unico scopo: essere il miglior assassino della Yakuza.[2].Ha
deciso di lasciare la sua famiglia per diventare quello che un tempo si sarebbe
detto un ronin, un samurai senza padrone, in vendita al miglior offerente. Il
suo stesso fratello lo bracca per ucciderlo e riportare la sua testa al suo
Oyabun.[3]
Il buon senso gli suggerirebbe di lasciare New York, di continuare la sua fuga,
di non mettersi in mostra, ma lui non ha mai seguito il buon senso e da tempo
ha deciso che il suo destino si compirà qui, dove la sua vita si è intrecciata
con quella del supereroe chiamato Ragno Nero e dove, forse, di quella vita si
compirà l’ultimo atto.
2.
Dapprincipio gli
sembra che ogni muscolo del corpo gli dolga atrocemente, poi, dapprima a poco a
poco, poi sempre più rapidamente il dolore si riduce sino a sfumare del tutto e
Ragno Nero riesce a rimettersi in piedi. Ha appena provato a fare qualche passo
che gli sembra che la testa gli si apra in due e si porta le mani alle tempie
mentre davanti ai suoi occhi danzano immagini di eventi che non stanno davvero
accadendo.
Devil è steso a terra con la gola squarciata da una lama. Poco
distante, la Gatta Nera giace col petto squarciato. Il sangue scorre a fiumi
mentre colui che si fa chiamare Demone ride soddisfatto.
Così
com’è venuta, la visione sparisce e Ragno Nero riprende il controllo di sé.
Maledette premonizioni, pensa, perché non mi lasciano in pace? Poi riflette e
capisce che quanto ha visto potrebbe accadere da lì a pochi minuti. Deve
impedirlo a tutti i costi.
Senza pensarci un secondo, salta dal
tetto dove si trova e cade nel vuoto sottostante. Dal lanciaragnatele al suo
polso destro fuoriesce un filo sottile che in breve diventa una resistente
ragnatela, che si aggancia ad un palazzo vicino interrompendo la sua caduta e
dandogli una spinta verso la direzione voluta. Subito dopo, mentre lui lascia
andare il primo filo, un secondo fuoriesce dal polso sinistro per agganciarsi
ad un cornicione e così via mentre la meta si avvicina e lui spera di non
arrivare troppo tardi. Nessuno deve morire perché lui ha fallito. Mai più.
La Gatta Nera osserva i due
contendenti. Il Demone è in gamba, ma Devil riesce ad evitare i suoi colpi
quasi come se ne anticipasse l’arrivo. Se non fosse convinta del contrario, la
Gatta potrebbe pensare che ha qualche potere telepatico, ma le pare
un’assurdità. Il costume rinforzato del Demone gli offre protezione contro i
colpi di Devil, che arrivano a segno più spesso. Sembra uno stallo, ma a
Felicia non interessa. Nessuno deve intromettersi nella sua rivincita con quel
pazzoide di vigilante. L’intervento di Devil è stata un’idea di Abel[4],
ci scommetterebbe. Sotto sotto è più simile a Peter Parker di quanto
ammetterebbe mai. Beh, ora basta: lei non se ne starà in disparte a lasciare
che qualcun altro combatta le sue battaglie.
Scatta saltando addosso al Demone
sbilanciandolo e facendolo cadere.
-Ma chi…?- esclama
–Oh la gattina. Mossa sbagliata. Avresti dovuto restartene nella tua lettiera
stasera.-
-Se tutto quello
che sai fare è dire battute di dubbio gusto, sei tu quello che doveva stare a
casa stasera.- ribatte la Gatta Nera.
Serra i pugni e lascia che il suo
avversario si rimetta in piedi. Devil le si avvicina e le sussurra:
-Gatta non so se
sia prudente…-
-Stai fuori da
questa faccenda, Cornetto, me la posso cavare da sola.-
-Attenta!-
Qualcosa sibila nell’aria passando a
pochi millimetri dal viso di Felicia conficcandosi nel muro dietro le sue
spalle.
-Ti ha mancata.-
commenta Devil –Sei stata fortunata.-
-No.- replica la Gatta
-È lui che è stato sfortunato… ad attraversare la mia strada.-
Su un tetto vicino, una figura che
indossa un costume che sembra quello dell’Uomo Ragno con i colori invertiti
osserva lo scontro nel vicolo sottostante,
-Ahimé, povero
Demone.- commenta con tono ironico –battere la Gatta Nera non è così facile
quanto crede. Forse dovrei intervenire e riequilibrare le cose… ma no… non
sarebbe sportivo e non si dica che io non sono un tipo sportivo.-
Sotto la maschera fa un sogghigno
cattivo.
3.
Si squadrano senza
dire una parola, studiandosi, spostandosi con movimenti lenti e calcolati in
attesa che uno dei due faccia la prima mossa, poi la Gatta Nera rompe il
silenzio e si rivolge al Demone con tono sprezzante:
-Che c’è, hai paura
di fare la prima mossa contro un bersaglio che sa difendersi?-
-Ora lo vedrai!-
grida il suo avversario saltando verso di lei sferrando un potente calcio.
In seguito i testimoni agli eventi
di quella notte si chiederanno se la Gatta Nera si sia spostata all’ultimo
secondo o se il suo avversario abbia semplicemente mancato clamorosamente un
bersaglio che non poteva sbagliare e non saranno in grado di stabilirlo con
certezza, vista la rapidità dell’azione. Fatto sta che il calcio del Demone
passa appena vicino alla guancia della Gatta Nera senza sfiorarla ed il
vigilante perde l’equilibrio e cade rovinosamente a terra.
La Gatta Nera ride sbeffeggiandolo
ed il Demone si rialza per saltarle nuovamente addosso... ma scivola a terra
quasi subito. Prima che possa provare di nuovo a rialzarsi un calcio della
Gatta lo colpisce al mento.
-L’ultima volta che
ci siamo scontrati mi hai battuto perché mi hai preso di sorpresa. Non ho
potuto reagire o attivare i miei poteri di sfortuna. Stavolta è diverso.-
-I tuoi poteri di
sfortuna, certo.- sibila il Demone mentre si rimette nuovamente in piedi –Sono
loro a darti il vantaggio. Senza di essi saresti mia.-
-Ne sei davvero
convinto? Allora fatti avanti. Non ne ho bisogno per sconfiggerti.-
Speriamo abbia ragione, pensa Devil
formulando una silenziosa preghiera.
Il detective di primo grado William
Somerset non gradisce l’idea di essere svegliato nel cuore della notte, ma
quando sente quello che ha da dirgli il poliziotto dall’altra parte del
microfono non ha più motivo di lamentarsi:
-Ne sei sicuro? E
c’è anche la Gatta Nera? Ottimo, questa volta lo inchiodiamo quel bastardo.
Avete chiamato Codice Blu? Ottimo. Avvisate anche Mills e Chase, vorranno
essere presenti, ma dite loro che non li aspetteremo. Non c’è tempo da perdere.
Il Punitore mi è sfuggito, ma stanotte metterò fine alla carriera del Demone,
me lo sento.-
In pochi minuti il non più giovane
detective di colore è a bordo della sua auto, diretto verso Hell’s Kitchen.
Il Ragno Nero è finalmente arrivato
nel vicolo e davanti ai suoi occhi c’è lo scontro tra la Gatta Nera ed il
Demone. La sua premonizione non si è avverata… non ancora almeno. Fa per
buttarsi nella mischia, ma una figura gli si para davanti bloccandolo: Devil.
-Lascia stare.- gli
dice –Lei vuole avere un’occasione di sconfiggerlo da sola.-
-Ma è una follia.-
ribatte Ragno Nero -Lui l’ha quasi uccisa una volta e potrebbe rifarlo, io lo
so, l’ho visto.-
-Non so cosa tu
abbia visto, ma a me pare che lei se la stia cavando bene. Io credo che
dovresti darle quest’occasione di provare se stessa. Tu al posto suo la
vorresti, non è vero?-
Sotto la maschera l’uomo che un
tempo si faceva chiamare Kaine stringe le labbra, poi infine dice:
-Si… ma io… voglio
dire lei è…-
-Una donna? Dammi
retta amico, se vuoi avere un futuro con lei, è meglio se non fai certe
osservazioni in sua presenza.-
Un futuro con lei? Ci sarà un futuro
per lei piuttosto, se lui non interviene? O forse la scelta più saggia è
davvero restare da parte e sperare che tutto vada per il meglio? Non è una
scelta facile, ma lui non ne ha mai avute in tutta la sua vita.
4.
La Gatta è agile, ma il suo
avversario è un duro… un duro ossessionato, però: per lui sconfiggere la donna
che gli sta davanti sta diventando un punto d’onore e Felicia sa come sfruttare
la cosa. Evita ogni suo colpo e risponde con colpi che non saranno forse molto
forti, ma che lo mettono in difficoltà. Il Demone arranca. Non si aspettava una
simile reazione da un’avversaria che aveva sconfitto con facilità in
precedenza. Comincia a risentire del combattimento. È stato stupido ad
accettare un combattimento leale, ma ora… ora…. La sua mano destra si muove
verso la cintura, ma prima che possa prendere qualcosa al suo interno , una
ragnatela lo blocca.
-Tu…- esclama
rivolto a Ragno Nero –Sei anche tu della partita allora?-
-No.- ribatte lui
–Sono solo l’arbitro. Il gioco è tutto della Gatta Nera.- poi si rivolge a
Felicia –Finiscilo Gatta.-
-Con piacere.-
replica la ragazza.
Un calcio ben piazzato colpisce il Demone
al plesso solare togliendogli il fiato, poi è la volta di un pugno, seguito da
un colpo di taglio al collo. Il pazzo vigilante crolla al suolo boccheggiando.
-Bene.- commenta la
Gatta –Adesso è finita.-
Da un’altra parte, molto lontano
dallo scenario di questi eventi, un uomo riflette. Il destino ha messo fratello
contro fratello. È stata la scelta giusta? Non è la prima volta che se lo
chiede. Quando c’è di mezzo l’onore, i sentieri da percorrere sono obbligati. E
Hijiro Sakurai non può che percorrerli fino in fondo ormai.
Il giovane capo clan guarda fuori
dalla finestra del palazzo e sospira. Finirà nel sangue, lo sa, ma basterà il
sangue di Taro a placare gli dei della vendetta?
La Gatta Nera guarda il suo
avversario abbattuto e si sente svuotata di ogni energia e forse cadrebbe se
Ragno Nero non la sostenesse.
Non si dicono niente. Non ce n’è
bisogno tra loro. Lei appoggia la testa sulla spalla di lui e la scena sembra
rimanere congelata nel tempo, poi qualcosa spezza l'incanto: il rumore di gomme
che stridono sovrastato da quello delle sirene e poi i fari che illuminano il
vicolo quasi a giorno ed una voce stentorea che grida.
-Fermi tutti,
Polizia!-
Non è ancora finita.
5.
Il Demone si alza in
piedi. La sua maschera è lacerata in più punti e le ossa gli dolgono. Davanti a
lui almeno una ventina di agenti di Polizia, il team di Codice Blu e un agente
in borghese.
-Nessuno si
muova.-urla il detective Somerset –Tu, Demone, sei in arresto per più omicidi
di quanto riesca a contarne e tu, Ragno Nero, c’è qualcuno che avrebbe da farti
delle domande.-
-Arrendermi? Mai!-
urla il Demone –Voi siete tutti pazzi ed io sono l’unico sano di mente che vede
in che baratro sta precipitando questa società e vuol fare qualcosa. Non lo
capite?-
Corre verso i poliziotti e dai suoi
polsi scatta qualcosa.
-Attenti… è
armato!-urla un poliziotto.
Accade troppo rapidamente perché
qualcuno possa intervenire: qualcuno spara e poi come un sol uomo tutti i
poliziotti sparano. A poco serve la voce del Capitano Marcus Stone che urla un…
-Noo, fermi,
cessate il fuoco!-
Ormai
è troppo tardi. Il Demone è colpito ripetutamente. Gli spettatori hanno la
sensazione che tutto si svolga al rallentatore come nei film di Sam Peckinpah o
Sergio Leone. Vedono il Demone oscillare come una marionetta a cui hanno
tagliato i fili. La forza dell’impatto dei proiettili lo spinge indietro quasi
contro gli stivali di Ragno Nero, il suo sangue riempie il vicolo.
Quando
si faceva chiamare Kaine, Ragno Nero ha visto fin troppa violenza e nulla
dovrebbe turbarlo ormai, ma non è così. Gli sembra che il Detective Somerset si
muova come nella melassa e non riesce a sentire cosa dice, mentre l’eco dei
proiettili si spegne nelle sue orecchie come una specie di fastidioso ronzio.
Poi
la scena si ferma e tutto sembra
cristallizzato nel tempo. La sola cosa che il Ragno e la Gatta sanno è che c’è
un uomo morto ai loro piedi.
-Lo volevo vivo.-
commenta Somerset mentre Stone lo raggiunge.
-A volte le cose ci
scappano di mano.- replica quest’ultimo –Credo che lui volesse proprio questo.-
Sull’asfalto ci sono due lame di
pugnale, la sola arma che era rimasta all’uomo chiamato Demone.
-Si… ma non
dovrebbero.- Somerset si rivolge agli eroi mascherati –Che fate ancora qui?
Filate voi che potete ancora farlo.-
-Credevo che
dovessi interrogarmi su degli omicidi.- dice Ragno Nero.
-Non stanotte...
sono troppo stanco e disgustato. Me la vedrò io col procuratore.-
-E tu che dici,
Stone?- chiede Ragno Nero al capo di Codice Blu.-
-E io che c’entro?
È lui il detective, non io. .Beh che aspettate?- risponde Stone accennando una
sorta di sorriso.
-Dategli retta
ragazzi.- li esorta Devil –Beh… non dirò che è stato un piacere, Ragno Nero, ma
tu e la tua ragazza siete in gamba. Chi sai tu ne sarebbe fiero.-
-Ehi lui non è il
mio… io non sono la sua…-
Prima
di finire la frase, Felicia Hardy si sente afferrare alla vita ed un attimo
dopo si ritrova in aria sostenuta da Ragno Nero e le sue ragnatele
-.Oh…beh… forse.-.
Sullo stesso tetto da cui ha
osservato la scena l’uomo col costume simile a quello dell’Uomo Ragno sospira:
-Ah povero
Demone... lo conoscevo bene. Peccato che anche le belle amicizie debbano
finire.-
Lascia cadere sul tetto il cellulare
usa e getta con cui ha segnalato al 911 la presenza del Demone, poi lancia lui
stesso una ragnatela e si allontana nella notte ridendo ed accennando una
canzoncina.
La morte del Demone mi ha lasciata svuotata. Volevo vendetta, non lo nego, ma non volevo che finisse così. La mia vita è segnata dalla violenza, è un fatto che devo accettare ormai. Forse davvero porto sfortuna a chi mi sta vicino.
Lui mi stringe a se. Non m’importa che il suo nome sia Kaine, Abel Fitzpatrick o Ragno Nero, è forse l’unica cosa sana rimasta nella mia vita.
Se avessi del buon senso lo manderei via e se lo avesse lui, farebbe altrettanto, ma chi ha mai detto che abbiamo del buon senso?
Sono la Gatta Nera e la mia storia non è ancora finita
FINE TERZA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Pochissime
note:
1) Requiem per il Demone, folle vigilante
creato da Yuri N.A. Lucia. Ciao, Yuri. So di non aver reso giustizia alla tua
trama, scusami.
2) Il Capitano Marcus Stone e Codice Blu
sono due geniali creazioni di Tom De Falco & Ron Frenz per la serie di
Thor, ormai diventati parte integrante della mitologia Marvel. State sicuri,
quindi, che prima mo poi li rivedremo qui o in qualche altra serie.
Nel prossimo episodio: il destino di
Kuro Neko, il misterioso avversario nell’ombra, Kraven e molto altro. Ce la
farò a far star tutto in un solo episodio? Comincio a dubitarne.
Carlo